Come, quando e perchè...la tecnologia ci aiuta!
“ Nel mese di luglio, canta il grillo e canta la quaglia, tutte le erbe diventano paglia; viene il caldo del solleone, ed il ghiotto mangia il melone. ”
Questa è una delle molte filastrocche per bambini, che decantano la bellezza, il calore e la felicità che il mese di luglio di solito porta con se. Nel 2014 invece non è stato proprio così, a caratterizzare questo mese sono state infatti piogge, alluvioni, temporali e temperature nettamente sotto la media. Nella mia zona addirittura, si parla di ventiquattro giorni di maltempo sui trentuno, una media impressionante! Per questioni di lavoro in questo periodo ho a disposizione diverse giornate libere ma pochissime notti. Questo si traduce in pescate lampo, di circa cinque sei ore, sette al massimo. Si potrà quindi intuire che ogni uscita dovrà essere ragionata e studiata alla perfezione per poter ottenere qualche buon risultato!

La cosa che si è rivelata fondamentale in questo atipico Luglio, per vedere delle mangiate e adagiare qualche carpa sul materassino, è stata la scelta del “quando” tirare fuori le canne!
Una piccola descrizione dello spot è doverosa per capire i ragionamenti che mi hanno portato a delle precise scelte: un piccolo specchio d’acqua ricco di vegetazione con profondità che difficilmente superano i tre metri. Queste condizioni portano inevitabilmente ad alcune semplici conclusioni. Prima cosa l’acqua si scalda molto rapidamente, le piogge soprattutto intense di questo Luglio, ossigenavano l’acqua e abbassavano la temperatura inducendo le carpe a nutrirsi. Prendendo atto dei fattori sopracitati, la pescata iniziava a casa o meglio ancora sul computer! Decine e decine di accessi a diversi siti dedicati alle previsioni metereologiche, per cercare di capire quando la pioggia avrebbe lasciato spazio al sole, alterando la pressione atmosferica e creando le condizioni che nella mia testa mi avrebbero portato a catturare! Se tutti questi fattori avessero combaciato catturare pesci non avrebbe dovuto presentarsi come un grosso problema! Anche se altri carpisti del luogo riferivano di week end avidi di catture a me non importava, se i miei ragionamenti erano corretti i pesci sarebbero arrivati! Quando però ti ritrovi a scaricare la macchina e, finalmente, è giunta la pescata, un sacco di pensieri si fanno spazio nella mente misti a domande che solo a fine della giornata, o meglio alla fine di una serie di tre uscite che mi ero prefissato, avrebbero avuto risposta! Le tre sessioni che sarei andato ad affrontare non avrebbero visto cambi di zone, cambiamenti di esche e di pasture, mi ero solo concesso qualche ritocco ai terminali in base alle necessità!

Visto il poco tempo a disposizione, abbandono subito l’idea dei grandi letti di pastura e cerco di creare un “mini-buffet” in uno spazio ristretto con un mix di tiger qualche Spicy Crab e un po’ di Bloody Witch. Vista la grande attività del pesce di disturbo e dei gamberi le boilies creavano praticamente solo una scia odorosa che doveva portare sulle poche granaglie rimaste le carpe, per cercare di accelerare il risultato le tiger innescate erano alleggerite e aromatizzate Secret Fruit. Insomma se una carpa arrivava nello spot doveva aspirare il mio innesco! Nelle zone più molle e con presenza di depositi sul fondo ho optato per terminali realizzati con un trecciato molto morbido, il Silkworm della Kryston mentre negli spot più ricchi di alghe due rivestiti, il Quiksilver Gold e il Jackal Natural Silt, sempre della nota ditta inglese.

Nella pesca si sa, non esiste nulla di preciso o regole che possano portare a risultati certi, ma dopo queste tre uscite, per un totale di circa diciotto ore di pesca, posso annotare nel taccuino undici partenze con due punte di 16.5 e 19.5 chili, certo qualche pesce perso ma fa parte del gioco! In questo caso specifico le soddisfazioni non arrivano dai pesi, ma dalle scelte che mi hanno portato a catture un buon numero di carpe in un periodo nel quale le occasioni per tentarle erano veramente poche e molti angler in sessioni anche ben più lunghe non erano riusciti a ottenere gli stessi risultati. Il tempo speso a casa nella scelta delle giornate e la strategia di pasturazione erano state azzeccate e per questo, a mio modo di vedere, è stato un successo! Alla prossima e come sempre NEVER GIVE UP!!
A cura di Marco Bortone